Partiamo dalla constatazione che complessivamente, fino ad oggi, l’Italia non è stata capace di sviluppare politiche pubbliche adeguate a promuovere, come avvenuto invece in molti altri paesi occidentali, l’educazione e lo sviluppo umano a partire dalla primissima infanzia in coerenza sia con il benessere relazionale ed economico delle famiglie, sia con la prospettiva di una crescita solida e di qualità del Paese.
Le proposte presentate in questo documento sono il frutto del lavoro svolto da #educAzioni, una rete che raccoglie al proprio interno 10 reti (tra le quali anche Alleanza per l’Infanzia), a loro volta composte da un insieme molto ampio di associazioni di terzo settore, del civismo attivo, sindacati e studiosi che da anni si occupano dei diritti dell’infanzia, degli adolescenti e delle loro famiglie. La stesura di questo documento è stata coordinata dalla rete Alleanza per l’infanzia attraverso la discussione e l’ascolto dei punti di vista molteplici, articolati e ponderati che ciascuno ha portato, di cui le premesse e le proposte che seguono costituiscono la sintesi.
Obiettivo comune è quello di rafforzare la “voce” e le ragioni dei molti soggetti, che ritengono fondamentale trovare risposte alle criticità inerenti i diritti dell’infanzia, degli adolescenti e delle loro famiglie (indispensabile per dare nel presente basi solide al futuro del Paese), sia facendo pressione sulla politica, perché operi le riforme e le iniziative necessarie, sia sollecitando e sostenendo le comunità locali, perché costruiscano ambienti più favorevoli ai bambini, ai ragazzi e ai loro genitori.
Il Rapporto si articola in cinque capitoli. Partendo da un’analisi della situazione italiana e dal perché sia essenziale per il nostro Paese investire in servizi educativi e scuole per l’infanzia, si propone di arrivare nell’arco di un triennio a:
– una copertura pubblica dei nidi di almeno il 33% dei bambini sotto i tre anni in ciascuna regione, e di arrivare alla gratuità del servizio;
– una copertura della scuola dell’infanzia del 95% in tutte le regioni per i bambini in età 3-5 anni, a tempo pieno e gratuito;
– il mantenimento, e in alcuni contesti innalzamento, delle professionalità richieste a chi lavora in questo campo e di condizioni di lavoro adeguate;
– la piena attuazione dei Poli per l’infanzia.