Crisi socioeconomiche e salute materna neonatale e infantile
I dati di numerose nazioni nel mondo dimostrano che, durante importanti crisi socioeconomiche, è peggiorata la salute materna e infantile: basso peso alla nascita, nascite premature, malnutrizione della mamma e del bambino, abuso materno di alcol e droghe, infezione da HIV sono solo alcuni degli indicatori.
Nel corso della crisi finanziaria del 2008, che ha colpito a livello mondiale, è stato osservato un eccesso di mortalità infantile nei paesi ad alto e medio / basso reddito. In alcuni paesi a medio / basso reddito la riduzione del 10% del prodotto interno lordo (PIL) era associata con l’aumento dell’8,5% di mortalità materna, soprattutto di madri adolescenti. In Portogallo nel 2007, un aumento del 25% di basso peso alla nascita ha accompagnato la riduzione del PIL, della spesa sanitaria e della protezione sociale, specialmente tra bambini di madri immigrate. In Grecia, tra il 2008 e il 2014, il PIL è crollato almeno del 15% e la disoccupazione è passata dal 7,8% al 26,5%. I bambini nati morti da mamme di età inferiore a 25 anni sono aumenti del 42%. In confronto con il biennio 2005-2007, nel biennio 2012-2014 la proporzione di nati prematuri è passato dal 8,1% a 12,7% e di nati sottopeso da 6,7% a 11,5%, mentre il peso medio alla nascita è diminuito di 64,4 grammi.
Negli USA la crisi finanziaria ha comportato un peggiormento della salute mentale infantile e un aumento di maltrattamenti, problemi di comportamento e maggiore ricorso a servizi educativi speciali.
Gli effetti della pandemia sulla salute di mamme e bambini
La pandemia da COVID-19, se non per la mortalità, superiore negli uomini e nella popolazione anziana, tuttavia colpisce la popolazione femminile in proporzione decisamente maggiore e minaccia la futura salute fisica e mentale della popolazione e la resilienza economica: le donne sono universalmente più vulnerabili degli uomini alla disuguaglianze socioeconomiche e di genere, alla violenza domestica e all’incertezza economica. La loro salute sessuale e riproduttiva è messa alla prova, spesso hanno impieghi meno sicuri.
Un’indagine di Fernandes sugli effetti economici della pandemia, analizza i dati relativi a 30 paesi ad alto e medio / basso reddito e suggerisce che ogni mese in più di lockdown ridurrà il PIL di 2,5-3 punti percentuali. Questo crollo varia tra paesi, ma, con un lockdown prolungato, potrebbe elevarsi al 10-15 %. Tuttavia questi dati sottostimano gli effetti sulla salute materna e infantile, in quanto il PIL non include lavori non pagati come l’allattamento al seno, la cura dei bambino o degli anziani, le faccende domestiche e la preparazione di cibo, attività tutte esclusivamente o principalmente a carico delle donne.
Inoltre l’economia informale rappresenta il 61% della forza lavoro a livello globale e in molti paesi a medio / basso reddito metà dei questi lavoratori sono donne. Raramente sono previsti indennizzi in danaro, norme di sicurezza del lavoro, mutua o permessi per maternità. I tassi di abbandono scolastico sono superiori per le femmine, nei periodi di crisi e, poiché l’istruzione della mamma è di provato beneficio, questo fatto influisce negativamente a livello individuale sulla singola donna e di conseguenza sui suoi bambini e sulla comunità.
La recessione economica globale post pandemia da COVID-19 probabilmente comporterà, nel breve periodo, investimenti ridotti nell’ambito della salute materna e infantile e gli effetti immediati saranno immediatamente chiari. Aumento di mortalità, stato cronico di debilitazione e blocco della crescita sotto i 5 anni di età, nei paesi a medio / basso reddito, per l’interruzione dei sistemi alimentari, che sfamano intere popolazioni e dei servizi di assistenza sanitaria. In Europa potrebbe aumentare il numero di bambini nati prematuri o sottopeso, sono già evidenti ricadute negative sulla pianificazione familiare, sui servizi per la salute infantile, sulla copertura dei vaccini essenziali, come già osservato durante l’epidemia di Ebola. Esistono fondate preoccupazioni per l’aumento di episodi di violenza domestica, per la povertà conseguente la perdita del lavoro e di un’entrata sicura. Per non tacere il rischio di sottoalimentazione o cattiva alimentazione laddove è difficile garantire un’alimentazione adeguata.
L’OMS risponde al COVID-19 facendo appello agli stati membri, perché investano in politiche di genere in grado di assicurare un accesso equo ai servizi fondamentali. Raccomandazioni per mitigare l’effetto differenziale della pandemia sulle donne rispetto agli uomini, includono una migliore raccolta e analisi dei dati, disaggregati per età e sesso, un prolungato accesso a servizi di salute sessuale e riproduttiva e risposte effettive alla violenza contro le donne.
Investire nella salute materna e infantile offre alti tassi di ritorno nel medio e lungo termine e riduce l’impatto, nel breve termine, di esiti avversi quali mortalità materna, decessi infantili e bambini nati morti. Il futuro post pandemia è incerto e l’infezione potrebbe diventare endemica o stagionale. La fase di ripresa tuttavia offre opportunità uniche per azioni multicomponente e trasversali, per promuovere la salute materna e infantile come prioritaria a livello globale.
La nuova normalità nei paesi a alto e medio / basso reddito si indirizzerà innanzitutto alle politiche sanitarie ed economiche, offrendo nuove opportunità per sviluppare empowerment nelle donne, ridurre il divario di genere rispetto a stipendio, carriera, status che rende le donne più sensibili degli uomini agli effetti della crisi socioeconomica.
Azioni prioritarie per politiche che, in risposta alla pandemia da COVID-19, investano nella salute materna e infantile, con l’obiettivo di migliorare la salute della popolazione e la resilienza
- Generare una nuova volontà politica attraverso azioni politiche informate dall’evidenza e da un’accresciuta consapevolezza che per la salute, il benessere e la resilienza nel breve e lungo periodo, è importante promuovere e investire nei servizi di salute materna neonatale e infantile
- riconoscere che la cura della salute materna e infantile è un servizio essenziale e un diritto umano, intraprendere interventi tempestivi e preventivi per proteggerla e incrementarla a livello individuale e di popolazione. Questi interventi dovrebbero includere un investimento per supportare l’accesso a servizi di contraccezione e riproduttivi, alle cure preconcezionali, prenatali, postnatali e a programmi di salute e sviluppo infantile
- rafforzare le cure primarie e implementare e dare sostegno ad interventi community-based di promozione della salute materna e infantile. Come, per esempio, visite domiciliari durante e dopo la gravidanza e nei primi anni di vita del bambino, per migliorare igiene, alimentazione, supporto all’allattamento al seno, servizi contraccettivi e programmi di vaccinazione. Esaminare infine approcci tipo trasferimenti di danaro per fini definiti (conditional cash transfer), che sembrano promettenti per incentivare la motivazione e la collaborazione.
- sviluppare nuove politiche indirizzate all’equità di genere. Dovranno ridurre le penalità che la maternità comporta (per esempio garantire 6 mesi di permesso ai genitori, per ogni genitore), riconoscere e supportare gli effetti sul percorso di lavoro e sui guadagni delle donne, per ottenere tassi più elevati di allattamento al seno
- aumentare e sostenere la formazione e il capacity building di community health worker di salute materna e infantile (membri di una comunità scelti per fornire cure mediche e assistenza sanitaria di base nella loro comunità di appartenenza)
- investire in ricerca e raccolta dati per monitorare gli effetti (immediati e a più lungo termine) del COVID-19 e della crisi socioeconomica, sulla salute materna e infantile. L’investimento dovrà rafforzare i sistemi esistenti per la raccolta quotidiana dei dati e ripristinare i sistemi sospesi per ragioni di sicurezza.
Conclusioni
E’ urgente e necessario misurare gli effetti della pandemia e della conseguente recessione economica, sulla salute materna e infantile. Per prevedere risposte appropriate. Le crisi passate offrono informazioni che si possono tradurre in politiche indirizzate alla salute materna e infantile, alla riduzione di disuguaglianze di genere, riproduttive, etniche e sociali. Gli approcci utili, per essere solidi e orientati alla resilienza, dovrebbero includere il lavoro femminile, svolto senza percepire stipendio, e valutarne gli effetti a più breve e più lungo termine. Società che proteggono la salute materna e infantile sono la chiave per resistere a crisi future non prevedibili.
Riferimenti bibliografici
- Jacob BM, Briana DD, Di Rienzo GC, et al. Building resilience society after COVID-19: the case for investing in maternal, neonatal and child health. Lancet Public Health 2020; 5: e624-27.
https://doi.org/10.1016/S2468-2667(20)30200-0
- Fernandes N. Economic effects of coronavirus outbreak (COVID-19) on the world economy. SSRN 2020. (preprint)
https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3557504
- WHO. Gender and COVID-19: advocacy brief. May 14, 2020. https://apps.who.int/iris/handle/10665/332080
- Clark H, Coll-Seck AM, Banerjee A, et al. A future for the world’s children? A WHO–UNICEF-Lancet Commission. Lancet 2020; 395: 605–58.
- UN.The Sustainable Development Goals: our framework for COVID-19 recovery. 2020.
https://www.un.org/sustainabledevelopment/sdgs-framework-for-covid-19-recovery/
fonte: DORS articolo a cura di Paola Capra, Dors
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