MALEDETTA SOLITUDINE: storia di un infortunio sul lavoro, in una cantina

È sera, Massimo ha voglia di tornare casa, ha travasato il vino da un’autoclave ad un’altra insieme al suo collega Elidon. Ora tocca pulirla, quell’autoclave, ove oltre al vino era stato insufflato del gas inerte per fa sì che il vino non subisse un processo di ossidazione.

È rimasto solo. Si presume che, prima di infilarsi nella minuscola apertura ed entrare nell’autoclave per pulirla, abbia aspettato del tempo, immesso aria compressa e dopo aver introdotto la lampada, sia entrato con l’idropulitrice in mano. Una volta all’interno perde i sensi per la carenza d’ossigeno e muore. Verrà ritrovato il mattino dopo.

Questa è la settantasettesima storia aggiunta al repertorio delle storie di infortunio, nel quale sono raccolte le storie scritte dagli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che partecipano al progetto “Dall’inchiesta alla storia: costruzione di un repertorio di storie di infortunio sul lavoro”.

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leggi la storia completa “Maledetta solitudine”.

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fonte: DORS

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