Una progettazione urbanistica attenta alla salute e health impact assessment. di Giacomo Toffol, Laura Reali

A causa delle profonde modifiche architettoniche e di organizzazione sociale degli ultimi decenni, lo spazio urbano delle nostre città è sempre più occupato da strade, automobili e parcheggi, perché dedicato principalmente alle esigenze lavorative. Lo spazio utile per bambini, pedoni e ciclisti è invece sempre più limitato per la progressiva riduzione delle aree verdi. Il traffico urbano è tra le cause principali della insalubrità dei nostri ambienti di vita legata all’inquinamento dell’aria, ma anche della difficoltà dei bambini a muoversi autonomamente, con conseguente rischio di sovrappeso e obesità, che interessano più di un terzo della nostra popolazione tra gli 8 e i 9 anni [1]. Stili di vita casalinghi e sedentari non si associano solo a un progressivo incremento di malattie non comunicabili, come obesità e asma, ma anche di malattie psichiatriche, prima tra tutte in Europa la depressione [2]. Il caotico traffico urbano è anche responsabile di incidenti stradali, che nel 2016 hanno provocato più di 10.000 feriti e 44 decessi tra i bambini di età inferiore ai 14 anni [3].

L’ambiente urbano odierno, i ritmi di lavoro dei genitori, le insufficienti misure di conciliazione tra lavoro e famiglia, la errata convinzione che l’inquinamento atmosferico sia solo dell’aria esterna, le paure di pericoli veri o presunti del traffico e degli estranei, costringono i bambini a trascorrere gran parte del proprio tempo in spazi chiusi. Il conseguente isolamento e il mondo virtuale in cui i bambini sono sempre più immersi condizionano in modo negativo i loro processi di sviluppo fisico e mentale e le loro attività primarie: il gioco, la fantasia, la creatività e la relazione, in contrasto con il loro naturale bisogno di autonomia [4]. Richard Louv ha definito sindrome da deficit di natura la sempre più scarsa confidenza di bambini e adolescenti con la natura  con gli spazi aperti [5]. Le città quindi, apparentemente molto più ricche e stimolanti degli ambienti rurali, possono nuocere alla salute e allo sviluppo cerebrale dei bambini determinando in loro condizioni di stress cronico [6]. Nelle città le uniche strutture dove bambini e ragazzi possono contrastare stress cronico e deficit di natura sono gli spazi verdi e alberati e i parchi pubblici, la disponibilità dei quali, vicino al luogo di residenza, è fondamentale per il loro benessere e la loro salute, perché aumenta la possibilità di attività ricreative e sport, con i vantaggi di un miglior equilibrio ponderale e di un maggiore equilibrio mentale [7]. Gli spazi verdi sono veri e propri “polmoni” per i nostri ambienti cittadini, in grado di dimezzare la concentrazione di pm10, di ridurre quella di ozono in atmosfera, come pure di ridurre il rumore e la temperatura dell’ambiente, attraverso la superficie e il movimento delle foglie [8-10].

La semplice presenza di aree verdi e alberate, inoltre, rappresenta la strategia di mitigazione più semplice e costo-efficace contro le sempre più frequenti ondate di calore conseguenti al cambiamento climatico. Nel complesso la disponibilità di aree verdi pubbliche cittadine nel nostro paese non è così deludente, con una media di 32,8 metri quadri per abitante, anche se con estrema variabilità tra le regioni italiane; non sempre però queste aree sono ben gestite ed effettivamente praticabili [11]. Dovrebbero essere a libero accesso e soprattutto aperte all’attività fisica libera e non vincolata da strutture sportive preesistenti, sia per ridurre l’iniquità sociale, sia per garantire libertà di movimento e di gioco spontaneo a tutti i bambini. È dimostrato che parchi ben strutturati, con aree ben organizzate, secondo le esigenze delle varie fasce d’età, sono maggiormente frequentati [12]. Non sarebbe poi così difficile realizzarli, a fronte dei benefici possibili.

Bibliografia

[1] Il sistema di sorveglianza OKkio alla SALUTE: risultati 2016.
[2] Wolfe I, Thompson M, Gill P, et al. Health services for children in western Europe. The Lancet 2013;38:1224-34.
[3] Istat. Incidenti stradali anno 2018. Pubblicato il 25 luglio 2019.
[4] McCormick R. Does access to green space impact the mental well-being of children: a systematic review. J Pediatr Nurs 2017;37:3-7.
[5] Louv R. Last child in the wood. Chapel Hill: Algonquin Books, 2005
[6] Tost H, Champagne  FA, Meyer-Lindenberg A. Environmental influence in the brain, human welfare and mental health. Nat Neurosci 2015;18:1421-43.
[7] Uga E, Toffol G. Ambienti naturali e salute mentale. Quaderni ACP 2019;26:a&s.
[8] Nowak DJ, Hirabayashi S, Bodine A, Greenfield E. Tree and forest effects on air quality and human health in the United States. Environ Pollut 2014;193:119-29.
[9] Cohen P, Potchter O, Schnell I. The impact of an urban park on air pollution and noise levels in the Mediterranean city of Tel-Aviv, Israel. Environ Pollut 2014;195:73-83.
[10] Sanusi R, Johnstone D, May P, Livesley SJ. Street orientation and side of the street greatly influence the microclimatic benefits street trees can provide in summer. J Environ Qual 2016;45:167-74.
[11] Istat. Il benessere equo e sostenibile in Italia, 2019. Roma: Istat, 2019.
[12] Cohen DA, Han B, Isacoff J, et al. Renovations of neighbourhood parks: long-term outcomes on physical activity. J Epidemiol Community Health 2019;73:214-8.

fonte: FORWARD Recenti Progressi 17

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