Collettiva intervista Paolo Papotti, che nella segreteria nazionale dell’Anpi si occupa di formazione, in occasione della firma del nuovo protocollo d’intesa con il ministero dell’Istruzione, avvenuta alla vigilia delle giornate del tesseramento dell’Anpi.
L’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia si conferma come custode dei principi della Carta costituzionale, decisa a seminare memoria li dove il terreno è più fertile: tra le nuove generazioni.
Quali progetti e quali strumenti contate di mettere in campo per attualizzare i temi della memoria e farne cittadinanza attiva?
Ogni anno realizzeremo due iniziative a carattere nazionali. Un concorso, rivolto a tutti gli ordini scolastici, che ha come tema uno dei principi fondamentali della Costituzione intorno al quale chiediamo agli studenti una loro libera e spontanea rielaborazione creativa attraverso la produzione di un’opera storica-documentale, artistica o musicale. La premiazione prevede la visita ai locali del Quirinale e il saluto del Presidente della Repubblica. C’è poi un progetto nazionale che coinvolge dieci istituti scolastici superiori di dieci città diverse dedicato all’approfondimento dei temi costituzionali. Chiederemo agli studenti di presentare i loro lavori affidandoli a una pluralità di narrazioni, utilizzando tutti i linguaggi della contemporaneità. L’obiettivo sancito dal protocollo, firmato dalla ministra Lucia Azzolina e dalla presidente Carla Nespolo, è lo sviluppo di un nuovo modello di cittadinanza attiva. Un percorso creativo supportato da storici, costituzionalisti e testimoni dell’Anpi, che è presente e radicata in tutte le province italiane.
Iniziano ora le giornate del tesseramento con centinaia di iniziative in tutta Italia (qui l’elenco completo). Come sta l’Anpi e qual è il profilo dei nuovi partigiani?
L’aumento dei tesserati, in particolare nella fascia giovanile, ci dice che la nostra associazione è vista come riferimento valoriale saldo. Sono proprio gli aspetti valoriali che definiscono l’azione dell’Anpi. Il chiaro riferimento alla Repubblica democratica e parlamentare, che esclude quindi forme di governo autoritarie; l’impegno verso la realizzazione della sovranità e la partecipazione; l’idea universale nei temi dei diritti; l’accoglienza; l’esclusione del nazionalismo e del razzismo; la solidarietà come rispetto dell’uomo indipendentemente dalle caratteristiche naturali e dalle inclinazioni individuali e l’attenzione alla dignità umana che esclude l’individualismo, rappresentano i temi dello sviluppo della società che fanno della nostra associazione un riferimento. L’antifascismo, sancito nella Costituzione, continua a delineare il perimetro entro il quale rinnovare la nostra azione. Va da sé, dunque, che l’Anpi non si muove come un partito, ma come riferimento culturale, anche con prese di posizioni decise, per sollecitare e suggerire qualora le lancette del tempo tornino indietro rispetto le conquiste dei nostri padri e delle nostre madri.
Ai tradizionali temi della libertà, solidarietà e democrazia, si aggiungono quelli dell’equità sociale e del pluralismo culturale. Come sta cambiando il perimetro d’azione dell’Anpi e come si contrastano i vecchi e nuovi fascismi?
Il termine fascismo non si associa a nulla di nuovo, che sia “neo” o del “terzo millennio”. Quel termine si rifà a una dittatura criminale sconfitta dagli uomini e dalla storia. Chi fa uso di quel termine è fuori dalla democrazia. Per questo bisogna applicare le leggi e, se mai, aggiornarle in merito ai nuovi mezzi della comunicazione. Tuttavia è evidente agli occhi di tutti che gesti, azioni, pensieri e modi di fare ripropongono, quel passato. L’Anpi non sta a guardare. Oltre a mettere in campo le eventuali segnalazioni alla magistratura, coi suoi iscritti e le migliaia di sezioni territoriali, organizza iniziative di contrasto ai fascismi. Far conoscere che cosa è stato il fascismo, come elemento per capire l’oggi e prospettiva per migliorare il futuro, è un’azione culturale che la nostra associazione compie quotidianamente grazie ai tanti volontari e militanti. Affrontare l’attualità con consapevolezza e responsabilità come contributo alla democrazia e favorire una cittadinanza consapevole è un lavoro complicato, ma necessario. L’Anpi lo ha fatto, lo fa e continuerà a farlo.
fonte: COLLETTIVA