Il testo descrive i risultati dell’indagine realizzata dall’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE) sui metodi e gli strumenti (organizzativi e di risorse) adottati dalle ASL durante la fase più critica della prima ondata pandemica. L’obiettivo era quello di costruire una mappa delle modalità di risposta utilizzate dai Dipartimenti, così da fornire indicazioni per aumentare la capacità di interruzione della catena dei contagi. I dati, raccolti tramite un questionario web, provengono da 44 Dipartimenti di Prevenzione dislocati in 14 Regioni e Provincie Autonome, che coprono circa il 40% della popolazione residente in Italia. L’indagine è stata realizzata a maggio 2020 e riguarda il lavoro svolto ad aprile. Tra le informazioni raccolte: il contesto generale, l’individuazione di casi sospetti, la conferma dei casi, l’isolamento delle persone infette, le attività di contact-tracing e la sorveglianza in strutture residenziali con assistenza sanitaria.
La pandemia di COVID-19 ha richiesto uno sforzo non comune da parte dei servizi sanitari. Da un lato c’è stato il grande lavoro del personale medico impegnato nella cura delle persone, dall’altro quello di più lungo periodo relativo all’organizzazione e all’allocazione delle risorse necessarie a garantire una risposta efficace e tempestiva al rischio pandemico. Anche ora che il numero dei pazienti ricoverati è decisamente inferiore a quanto registrato nella scorsa primavera, la rilevazione di così tante persone infette (seppur asintomatiche) è il risultato del lavoro capillare che la nostra sanità pubblica sta conducendo per identificare e interrompere le catene di trasmissione.
Non tutte le Regioni e le Province Autonome si sono trovate nella stessa situazione epidemiologica. Un’eterogeneità che ha richiesto la messa a punto di strumenti ad hoc per rispondere ad esigenze diverse.
Tramite gruppi di lavoro dedicati che hanno visto la partecipazione di epidemiologi ed epidemiologhe di tutto il Paese, l’AIE ha condotto un’indagine rapida sui metodi e gli strumenti utilizzati dai Dipartimenti di Prevenzione delle varie aree del Paese relativamente ai processi operativi di sorveglianza e di interruzione dei contagi.
Alcuni risultati
Ne è emerso un quadro variegato in cui il coinvolgimento straordinario di molti operatori di servizi diversi ha permesso di ampliare la capacità di risposta. Molte strutture hanno sviluppato strumenti diversi per gli stessi scopi e la difformità degli strumenti adottati rende difficile avere una visione d’insieme delle esperienze nelle varie aree del Paese e costruire una robusta mole di dati da cui trarre inferenze significative circa i reali di rischi di trasmissione per singole esposizioni (lavorative, familiari, comunità, ecc) e anche sulle specifiche misure di prevenzione.
La pandemia è ancora presente e le esperienze fatte sono le fondamenta delle scelte future. Lavorare in modo coordinato con strumenti e metodi condivisi in tutta Italia è un obiettivo prioritario per aumentare l’efficacia e l’efficienza della risposta sul lungo periodo.
Fonte: EPICENTRO