Il 19 giugno si è svolto il webinar “Diventare genitori insieme all’epoca del COVID-19. Percorso nascita e primi 1000 giorni: nuove sfide e nuove strategie” organizzato nell’ambito del progetto europeo PARENT dall’Associazione Cerchio degli Uomini con il contributo scientifico de Il Giardino dei Padri, dell’Istituto Ricerca Intervento Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.
L’obiettivo dell’evento è stato quello di promuovere il coinvolgimento attivo dei padri all’interno del percorso nascita in un’ottica di co-genitorialità, condivisione del ruolo di cura e parità di genere e sensibilizzare rispetto alle strategie di prevenzione della violenza maschile e di promozione della paternità accudente. Inoltre, il webinar è stata l’occasione per rilevare come si sono modificate le pratiche, quali sfide sono state affrontate e quali strategie sono state messe in campo nelle varie realtà nazionali durante l’emergenza COVID-19, per tutelare e promuovere la relazione mamma-bambino e mamma-papà-bambino.
Di seguito è disponibile un colpo d’occhio su ciascun intervento. È possibile guardare la registrazione del webinar nella pagina Facebook dell’Associazione Il cerchio degli uomini (link accessibile anche alle persone non iscritte a Facebook). L’intervento di Vittoria Sola non è disponibile nella registrazione complessiva, ne verrà fornito il link prossimamente. Leggi il programma dell’evento (pdf 636 kb).
Sessione I
Introduzione progetto PARENT – Annina Lubbock, Il Giardino dei Padri, co-coordinatrice del Progetto Parent, ha descritto il contesto in cui è nato il progetto, il razionale, gli obiettivi e le azioni, tra cui rientrano: la formazione del personale socio-sanitario ed educativo che entra in relazione con i padri durante il percorso nascita; la costituzione di gruppi di auto-aiuto di padri; azioni di comunicazione per promuovere la parità di genere e il coinvolgimento dei padri nelle cure.
La paternità partecipe come prevenzione della violenza maschile. Nuovi scenari legati alla pandemia – Andrea Santoro, Associazione Cerchio degli Uomini, co-coordinatore del Progetto Parent, ha mostrato l’importanza del coinvolgimento del padre nei primi 1000 giorni di vita del bambino/bambina attraverso la descrizione dei momenti più significativi di tutto il percorso nascita. In questo periodo di emergenza si sono presentati due scenari differenti: da una parte l’importanza della relazione favorita dal periodo di lockdown che ha aiutato i papà a “rallentare” e a rafforzare il legame con i propri figli, riscoprendo l’importanza della cura condivisa. Dall’altro lato la riduzione della libertà, come effetto della pandemia, ha portato a un aumento dei casi di violenza domestica, confermato dall’aumento delle chiamate al 1522 e ai centri anti violenza.
COVID-19: gravidanza, parto e allattamento. Il supporto scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità – Angela Giusti, responsabile scientifica del progetto per l’Istituto Superiore di Sanità, ha descritto qual è stato, in questo periodo di emergenza, il supporto dell’ISS. Un gruppo di ricercatrici ha realizzato, settimanalmente, una sintesi della letteratura su gravidanza, parto e allattamento che è stata pubblicata ogni giovedì su EpiCentro. L’obiettivo è stato fornire una risposta ai professionisti e alle professioniste sanitarie sulle pratiche più appropriate da adottare in un momento di totale incertezza. Si è trattato di un lavoro in Comunità di Pratica che ha visto il coinvolgimento delle principali Società Scientifiche di Ginecologia, Ostetricia e Neonatologia e il costante dialogo con le diverse realtà sanitarie nazionali. I dati preliminari dello studio COVID-Rete Baby-Friendly Italia mostrano come queste sintesi siano state utili soprattutto per l’aggiornamento del team e per la definizione di protocolli. Tra i prodotti del gruppo di lavoro c’è stata la pubblicazione di una interim guidance che sintetizza le evidenze consolidate tra cui la presenza del padre o della persona a scelta della donna come parte integrante del processo di cura nel percorso nascita. La collaborazione con l’ECDC ha portato alla produzione del corso online “Micro learning – 7. Mother-infant health in the context of the COVID-19”, costruito per rispondere all’endorsment europeo su alcuni temi rilevanti quali la presenza del partner/persona a scelta della donna, il contatto pelle-a-pelle e il rooming-in. Tra i prodotti per la popolazione generale l’ISS ha elaborato le infografiche per le donne COVID-19 positive sulla base di quelle prodotte dall’OMS e una scheda con le raccomandazioni per l’allattamento in cui è presente un focus sul sostegno alle madri e ai padri. È in corso uno studio qualitativo (Studio BiSogni) in cui è emerso il timore della separazione durante il travaglio, il parto e la degenza. In tutte le varie attività svolte dal gruppo di lavoro, c’è stata la capacità di confronto e ascolto diretto delle esigenze emergenti dai professionisti, dalle associazioni e dai cittadini grazie alla rete capillare di relazioni consolidate.
L’infezione da SARS-CoV-2 in gravidanza: studio dell’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) – Serena Donati, Direttrice del Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva dell’ISS, ha presentato i dati preliminari dello studio population based sull’infezione da SARS-Cov-2 in gravidanza dell’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS), che ha l’obiettivo generale di rilevare e analizzare i casi di infezione da SARS-CoV-2 in gravidanza e in puerperio. Ad oggi sono stati segnalati 483 casi di cui 255 sono donne che hanno partorito. Questi dati ci restituiscono l’andamento reale del tasso di infezione da SARS-CoV-2. Per quanto riguarda l’assistenza al peripartum, non si rileva un ricorso elevato al taglio cesareo di routine, come invece si prospettava dallo scenario nazionale e internazionale. Circa il 50% delle donne ha avuto la possibilità di avere al proprio fianco una persona di propria scelta durante il parto, mostrando come le strutture sanitarie si siano adoperate affinché le scelte della donna fossero rispettate.
Sessione II – Percorso nascita e COVID-19: esperienze a confronto
Il padre in gravidanza: non solo un accompagnatore – Giuseppe Battagliarin, componente della Commissione Consultiva Tecnico-Scientifica sul Percorso Nascita, ha portato la sua esperienza da ginecologico durante questa pandemia. La riflessione si è focalizzata sulle “proibizioni” adottate da parte delle strutture sanitarie, che hanno colpito madri e padri e che sono state ancora più accentuate in questo periodo di emergenza. Tra queste proibizioni, rientra il divieto di ingresso per i papà e per la persana a scelta della donna durante tutte le fasi del percorso nascita, nonostante sia ben documentata l’importanza del coinvolgimento di questa figura per il benessere della madre e del bambino/bambina. Il Territorio ha risposto cercando di mantenere invariate le pratiche assistenziali rivolte alle donne, alle coppie, alle madri, ai bambini e alle bambine, pur con tutte le difficoltà dovute al periodo di chiusura e di sospensione di molti servizi sanitari. Il momento cruciale in cui si definisce il ruolo del papà è proprio durante l’ecografia, il primo incontro con il proprio bambino e nello scenario di rischio generale e individuale dovuto alla pandemia, le donne non devono essere lasciate sole.
Travaglio e parto: nuove sfide – Isabella Maini e Michela Bracchi, rispettivamente ginecologa e Coordinatrice ostetrica dell’ASST Monza Brianza, hanno descritto le scelte riorganizzative del percorso nascita, effettuate tenendo presente come focus principale il nucleo madre-padre-bambino. La riorganizzazione ha comportato la realizzazione di percorsi specifici per donne COVID-19 positive e per donne COVID-19 negative. Si è cercato di garantire la presenza del padre o della persona a scelta della donna fin dall’inizio del travaglio, rispettando le misure di prevenzione e individuando precocemente i fattori di rischio per il contenimento del contagio. Inoltre, si è cercato di favorire la relazione tra ostetriche e genitori, nonostante i DPI rappresentassero un ostacolo comunicativo. Il coinvolgimento dei padri è avvenuto anche grazie all’organizzazione di incontri telematici di accompagnamento alla nascita.
Dopo la nascita: post partum e degenza. Quale il ruolo del papà nel post partum e nel rooming-in? – Patrizia Borgognoni e Giancarlo Gargano, rispettivamente ostetrica e neonatologo dell’AUSL di Reggio Emilia, hanno raccontato la loro esperienza per quanto riguarda il ruolo del papà nel post partum. Per far fronte al profondo disagio vissuto dai neo genitori, causato in gran parte dal divieto di accesso al padre, e all’aumento dei parti extraospedalieri e delle dimissioni precoci, l’AUSL di Reggio Emilia ha riorganizzato le politiche di ingresso dei padri che non sono stati considerati semplici visitatori ma hanno avuto accesso durante tutto il tempo di permanenza della donna, grazie anche alla predisposizione di un’unità di personale (ostetrica) dedicata all’accoglienza dei papà o della persona a scelta della donna.
L’esperienza in Terapia Intensiva Neonatale – Gina Ancora, neonatologa Direttrice della TIN dell’Ospedale Infermi Rimini, ha portato la sua esperienza nel reparto di Terapia Intensiva durante l’emergenza. Sia in epoca pre-COVID e sia in epoca COVID è stato sviluppato e integrato il modello della Family Integrate Care. La presenza dei genitori accanto al neonato è un principio imprescindibile di cura, per questo motivo la riorganizzazione della TIN di Rimini ha predisposto l’alternanza dei genitori vicino al bambino. Come in tutte le altre realtà, l’utilizzo delle misure di prevenzione necessarie ha comportato nuove sfide comunicative, affrontate tramite il rafforzamento del supporto costante e continuo alle madri e ai padri.
Percorsi di integrazione ospedale-territorio: l’ostetrica case manager nel percorso COVID – Caterina Masè, ostetrica dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento ha descritto come il modello organizzativo già messo in atto in epoca pre-COVID, fondato sul decentramento di tutte le cure possibili sul territorio e sulla presa in carico in continuità da parte di un’ostetrica, si sia rivelato una risorsa per reggere l’urto dell’emergenza e abbia garantito alle donne, ai papà e al tutto il nucleo familiare, un’assistenza appropriata e tempestiva. Questo modello organizzativo ha stimolato il coinvolgimento dei padri sin dalle prime fasi della gravidanza e ha permesso di allargare lo sguardo dei professionisti sul valore della co-genitorialità anche durante la pandemia.
Incontri e sostegno nell’era del COVID-19 – Vittoria Sola, pediatra dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina di Trieste, Comunità Amica dei Bambini, ha mostrato come nella loro realtà sono riusciti a mantenere e a rimodulare tutte le attività di incontro e sostegno alle famiglie. I Consultori Familiari della Comunità Amica dei Bambini ASUGI si sono impegnati nel mantenere l’offerta dei Livelli Essenziali di Assistenza e gli Standard di Buone Pratiche nei gruppi pre-parto e nei gruppi post-natali. I servizi hanno quindi previsto modalità innovative di presa in carico basate su assistenza telematica (consulenze telefoniche, messaggi, videochiamate, elaborazione e diffusione di video, Incontri di Accompagnamento alla Nascita, post-natali e rivolti alle famiglie condotti tramite un applicativo web) sia per il sostegno e la presa in carico assistenziale, sia per la rilevazione degli eventuali disagi emersi.
Pediatri di Libera Scelta: cos’è cambiato? – Sergio Conti Nibali, Pediatra di Libera Scelta ha portato il suo contributo nell’ambito della pediatria di famiglia durante l’emergenza, mostrando come nei casi di necessità la rimodulazione delle attività e lo snellimento delle procedure possano dare risposta ai bisogni delle mamme, dei papà e dei bambini. I genitori in questo modo hanno riscoperto il valore della co-genitorialità e la telemedicina ha permesso ai professionisti di fornire sostegno alle famiglie attraverso modalità alternative che hanno potenziato le competenze innate dei genitori nella cura dei loro bambini.
Spazi educativi per bambini: benefici, sicurezza e fattibilità – Giorgio Tamburlini, Presidente del Centro per la Salute del Bambino, ha fatto una riflessione su quanto questa emergenza abbia impattato sulla rete dei servizi intorno alle famiglie, mostrando come le realtà più pronte alle situazioni ordinarie siano state anche quelle più pronte ad affrontare l’emergenza. La cultura dell’infanzia e della nascita ha consentito ad alcuni di adoperarsi affinché l’organizzazione fosse in grado di rispondere ai nuovi bisogni emergenti. Sono necessarie proposte condivise che tutelino lo sviluppo e la crescita del bambino e la sua interazione con i caregiver e la comunità.
Alle presentazioni è seguita una parte di discussione in seguito agli spunti emersi dalle domande poste ai relatori e alle relatrici. Il webinar si è chiuso con i saluti e i ringraziamenti degli organizzatori.