IL MONITORAGGIO DELLE AZIENDE OSPEDALIERE: report UPB, gestione economica e indicatori di volumi, qualità ed esiti

Il presente studio si propone di esaminare le caratteristiche e l’evoluzione delle principali grandezze di bilancio delle aziende ospedaliere, come standardizzate in base alla metodologia elaborata per il calcolo degli scostamenti economici delle aziende sanitarie prevista dalla legge di stabilità per il 2016 (L. 208/2015), nel periodo 2010-18, affiancando a questa analisi quella delle informazioni su volume, qualità ed esiti delle prestazioni (riferite agli anni 2015-17).

La legge di stabilità per il 2016 ha introdotto nuovi meccanismi di monitoraggio capillare degli enti sanitari, individuando alcuni parametri di equilibrio finanziario e di quantità/qualità della produzione di servizi. Il mancato rispetto di questi parametri implicava l’obbligo, per gli enti inadempienti, di presentare alla Regione un piano di rientro e riqualificazione, contenente le misure volte, entro un lasso di tempo al più triennale, a ripristinare l’equilibrio economico-finanziario e patrimoniale e a migliorare la qualità e l’offerta. Il monitoraggio è stato applicato inizialmente alle Aziende ospedaliere (AO), che rappresentano una quota del totale degli enti sanitari, misurata sui costi, di circa il 23 per cento. A tal fine, è stata individuata una metodologia di calcolo degli scostamenti economici, basata sulla standardizzazione dei ricavi (sulla base delle tariffe nazionali) e sull’esclusione dei contributi in conto esercizio indistinti (spesso concessi dalle Regioni alle aziende a meri fini di riequilibrio contabile).

Al contempo sono stati specificati gli indicatori di volume, qualità ed esiti. Il processo avviato dalla legge di stabilità per il 2016 è stato frenato dalla risposta conflittuale di alcune Regioni, con ricorsi alla Consulta, conseguente revisione delle procedure e successiva interruzione del meccanismo, forse in attesa di raggiungere una sintonia tra livelli di governo, e alcuni enti sono stati nel frattempo sottratti all’applicazione della normativa attraverso trasformazioni della loro natura giuridica.

Tuttavia, l’obbligo di calcolare i parametri finanziari utili a valutare la necessità o meno di un piano di rientro ha spinto le AO, in alcune Regioni, a una più corretta e completa contabilizzazione delle voci di bilancio. Inoltre molte aziende, anche per dimostrare che i volumi erogati sono in regola con le prescrizioni, si sono preoccupate di migliorare la rilevazione dei dati sulle prestazioni fornite. Questo rende possibile impostare studi più approfonditi e informati sulle aziende ospedaliere e sulle loro performance. A queste considerazioni si contrappone l’incertezza sui criteri di valutazione di alcune aziende che, essendo state aggregate ad aziende sanitarie locali nell’ambito di una ristrutturazione della rete di servizi regionale, presentano oggi caratteristiche ibride, difficili da inquadrare.

In questo studio si è inteso, tra l’altro, verificare se l’introduzione del sistema dei piani di rientro, malgrado gli ostacoli che ne hanno impedito la piena applicazione, abbia avuto un qualche effetto sugli equilibri finanziari delle AO e sui risultati in termini di volumi, qualità ed esiti delle cure. Inoltre, si è provato a offrire qualche primo e parziale elemento di informazione su alcuni aspetti di efficienza delle AO. Analisi più approfondite sull’efficienza richiederebbero la disponibilità di informazioni sulla produzione rappresentative della diversa complessità delle prestazioni erogate e dell’articolazione delle funzioni svolte dalle singole aziende, nell’ambito dei servizi sanitari regionali (SSR) o su base nazionale. Tali analisi resterebbero comunque soggette al rischio di omettere input e output rilevanti e di non riuscire a catturare correttamente la dimensione qualitativa (esito), in un settore in cui il parametro rilevante è il rapporto costo/efficacia. … leggi il report

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