Era il 1995, Forum Droghe (FD) avviava la sua battaglia per una politica sulle droghe alternativa a quella varata con la legge Jervolino- Vassalli, sull’onda della war on drugs importata in Italia dal governo Craxi.
Una affollata assemblea, a Roma, il 13 maggio 1995, convocata da Stefano Anastasia e da Grazia Zuffa (prima Presidente del Movimento), annunciava i temi di quella che sarebbe stata la lunga, tenace e ricca esperienza di FD, fino ai nostri giorni: la riforma della legge per decriminalizzare il consumo (con le prime proposte al Parlamento), la legalizzazione della canapa, la riduzione del danno (RdD) come strategia e intervento (è di allora la proposta di somministrazione controllata di eroina), i temi del carcere e della pena, i diritti di chi consuma.
FD nasce allora come luogo di incontro di persone, associazioni, movimenti e personalità della politica, un Forum appunto, capace di sviluppare un programma alternativo per il governo di un fenomeno che, intanto, era cresciuto e diversificato rispetto a quello che aveva dato vita alla riforma del 1975: il nodo politico era non solo opporsi alla legge 309, ma anche non pensare di poter tornare semplicemente alla normativa antecedente. Il nodo era disegnare una politica radicalmente alternativa, che imparasse dai fallimenti della war on drugs, ma che soprattutto sapesse individuare tendenze e prospettive, con proposte all’altezza della sfida. Lo spazio politico era quello della vittoria del referendum del 1993, che aveva espresso una maturità degli italiani contro l’approccio iperpunitivo, e una alleanza tra “non punizionisti” e “antiproibizionisti”, di cui la RdD, come politica strategica, da subito era apparsa un terreno comune.
A leggere oggi i materiali di quella assemblea ritroviamo tutti i temi costitutivi che per 25 anni e ancora oggi caratterizzano la proposta di FD, che su leggi, politiche di RdD, legalizzazione, lavoro sul “senso comune” sulle droghe, continua e si sviluppa, in contesti via via mutati. Ma troviamo anche quanto – nel bene nel male – è cambiato, e oggi ci sfida. Per esempio, nel male: colpisce del 1995 la presenza della politica, dei parlamentari, il loro “lavorare con” quel pezzo di società civile che attraversava il laboratorio FD, una presenza che nel contesto attuale non esiste più, tranne rare eccezioni, e che è uno dei nodi per noi più problematici. Nel bene, molte cose: la RdD in 25 anni è diventata realtà e approccio sconosciuto solo alla vecchia e asfittica politica attuale, appunto, ma non alla società civile, sebbene FD ancora oggi debba battersi perché ne venga colta la portata strategica; il senso comune sulle droghe, nella società, è mutato, nonostante i media mainstream continuino a demonizzarle, e la legalizzazione della cannabis è oggi un dibattito aperto e diffuso.
Abbiamo capito che fare ricerca e proporre sguardi inediti sta alla base della proposta politica, e oggi più di prima lavoriamo su questo e sulla comunicazione, grazie al sito di fuoriluogo.it, luogo di informazioni e dibattito sempre più aperto e che ha raccolto l’eredità del mensile di carta, uscito dal 1995 al 2008 come supplemento del manifesto: abbiamo aumentato la nostra presenza nelle reti internazionali. Da allora si sono moltiplicate in modo esponenziale le realtà che lavorano per politiche alternative, dando vita a una molteplicità di luoghi e ambiti: questo ha modificato in parte i modi del nostro essere “forum”, ma non ci ha fatto perdere il nostro essere un laboratorio sulle droghe aperto, mai autoreferenziale. È quello che intendiamo continuare a essere: 30 anni di guerra alla droga sono davvero troppi.
I materiali dell’assemblea del 13 maggio 1995 su fuoriluogo.it/25annidiforumdroghe.
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