Trump e l’orologio della morte. di Marzia Ravazzini

Il giorno 7 maggio 2020 una nuova opera d’arte è comparsa a Times Square: uno schermo alto circa 17 metri, opera del regista Eugene Jarecki. Si chiama “Trump Death Clock”. La cifra al centro – 44.809 – corrisponde al numero di morti da Covid-19 causati dall’inazione del governo Trump e registrati al momento dell’inaugurazione dello schermo.

Il criterio del calcolo dei morti è spiegato su un lato del tabellone: “A partire dal gennaio 2020 il Presidente Trump e la sua amministrazione furono consigliati sulla necessità di adottare misure urgenti per bloccare la diffusione del coronavirus. Il Presidente rifiutò di agire fino al 16 marzo. Da allora la sfida cruciale per contenere l’epidemia è stata persa. Se le misure di contenimento fossero state attuate anche una settimana prima, dal 9 marzo, circa il 60% dei decessi si sarebbero potuti evitare”. È l’urgenza di un simbolo, per una responsabilità precisa di una gestione governativa impreparata”, secondo l’autore dell’opera[1]. Il tempo passa, il conteggio aumenta, e mentre scriviamo, la sera del 17 maggio, il numero è arrivato a 53.718.

Il virus “è totalmente sotto controllo, è solo una persona arrivata dalla Cina. Andrà tutto bene”, queste le parole di Donald Trump lo scorso 22 gennaio. Non è andata proprio così. Oggi un terzo dei contagi ufficialmente registrati nel mondo si registra qui negli Stati Uniti. Con quasi 90mila morti, il paese ha circa il 28% delle vittime a livello globale. Ma la popolazione americana è solo il 4,2% del pianeta. Gli USA sono alle prese con la peggior crisi economica dalla Grande Depressione[2], con oltre 36 milioni di disoccupati e un Pil già crollato del 14,7%[3].

America First, secondo lo slogan dell’attuale presidente. Questa volta però non è un primato d’eccellenza. È un nuovo triste record di vittime per coronavirus. Il presidente Donald Trump è passato da dichiarazioni minimizzanti e negazioniste fino ad ammettere che l’America avrebbe sofferto fino a 240mila morti. La parabola delle sue prese di posizione – fino ad oggi – potrebbe essere suddivisa in tre fasi:

  • Minimizzazione dell’emergente minaccia in arrivo dalla Cina fino alla negazione totale di un rischio concreto per il paese (“Appena farà più caldo, ad aprile, scomparirà per miracolo”, 10 febbraio 2020).
  • Presa d’atto della severità della pandemia in corso, con l’assunzione in toni bellici di una responsabilità diretta della macchina governativa nella risposta (“È una guerra, mi vedo come un presidente in guerra”, 19 marzo).
  • Spostamento del baricentro narrativo verso lo scenario del post-Covid totalmente imperniato sulla riapertura economica (“Ricostruiremo l’economia, sarà più grande e più forte che mai”, 10 aprile)

Come ha scritto David A. Graham sul “The Atlantic”, Trump sembra aver trasformato il problema della gestione della pandemia in una questione di comunicazione[4]. Per questo ha condotto numerose conferenze stampa dalla Casa Bianca. Fino a quando, lo scorso 27 aprile, ha deciso di interromperle, accusando i media di non riferire correttamente il contenuto. Durante gli incontri quotidiani con i giornalisti è emerso il contrasto tra il linguaggio del presidente USA e quello degli esperti scientifici della sua Task Force, tra cui l’infettivologo Anthony Fauci, direttore del NIAID (National Institute of Allergy and Infectious Diseases), all’interno del NIH (National Institutes of Health). Da una parte le dichiarazioni del presidente, prive di qualsiasi riferimento scientifico. Dall’altra quelle degli esperti chiamati dalla stessa Casa Bianca a definire la strategia per rispondere alla pandemia. Giornali e siti internet hanno valutato in modo accurato la veridicità delle affermazioni di Trump (vedi tabella tratta da Polifact – PDF: 684 Kb).

Le affermazioni di Trump spesso sono apparse lontane dalla realtà fattuale e talvolta addirittura fuorvianti, come l’insistenza sulla terapia a base di idrossiclorochina, non comprovata da alcuna sperimentazione[5]. Malgrado una pausa durata probabilmente non più di un paio di settimane in cui il tono di Trump è sembrato più sobrio e presidenziale, per il resto anche in piena epidemia il suo portamento è rimasto aggressivo e accusatorio. Come di consueto, ha preso di mira talora i governatori, talora gli avversari politici, talora la Cina. Empatia, cordoglio, vicinanza alle famiglie colpite dal Covid-19 e agli operatori dell’emergenza sono mancate quasi del tutto.

It’s gone”, se n’è andato, ha detto Trump: “Il virus è passato, e gli scienziati che dicono di aspettare a riaprire, in realtà mentono”. Il linguaggio è tornato quello da campagna elettorale. Le proteste anti-lockdown organizzate in tutto il paese – dal Michigan al Texas alla Florida – si sono ben presto trasformate in manifestazioni pro-Trump. Le proteste – anche armate – contro il blocco delle attività hanno mostrato l’insofferenza di una parte del paese, subito intercettata dal presidente. Che ha espresso sostegno a queste dimostrazioni, sia via Twitter che in dichiarazioni ufficiali. “Con o senza vaccino, siamo tornati”, ha dichiarato il presidente dal giardino delle rose il 15 maggio[6] Almeno nelle parole di Trump la pandemia sembrerebbe finita. Adesso ricomincia la campagna elettorale. Mancano meno di sei mesi alle elezioni. L’economia, ora in caduta libera, sarà decisiva per l’eventuale rielezione di Trump. Secondo molti osservatori, lui ne è ben consapevole.

Secondo Peter Wehner, giornalista e ricercatore presso il EPPC – Ethic and Public Politic Center di Washington[7] “Il paese sta assistendo alla costante, ininterrotta decomposizione intellettuale e psicologica di Donald Trump”[8].

Marzia Ravazzini. Antropologa medica. Da 5 anni vive e lavora a Washington DC.

Bibliografia

  1. Trump Death Clock: Times Square Billboard Tallies Lives Lost to COVID-19 Inaction. Democracynow.org, 08.05.2020
  2. S. Bureau of Labor Statistics: Employment Situation Summary
  3. S. Bureau of Labor Statistics: Employment Situation Summary
  4. Graham D. Why Trump Just Can’t Quit His Daily. The Atlantic, 27.04.2020
  5. Dale D, McDermott N, Cohen M, Vazquez M, Steck E, Fossum S. Fact check: Trump dangerously suggests sunlight and ingesting disinfectants could help cure coronavirus. Cnn, 24.04.2020
  6. Hammond E, Wagner M. Coronavirus pandemic in the US. Cnn, 15.05.2020
  7. Ethics and Public Policy Center 

fonte: 

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