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  • Appello “Tornano gli OPG? Per i “folli rei” ancora manicomio? La sconcertante proposta di una commissione del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) —> Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari – “autentico orrore indegno di un Paese civile”, così li aveva definiti il Presidente della Repubblica Napolitano – sono stati chiusi, dopo una lunga battaglia civile, con la legge di riforma n. 81 del 2014. Si è avviato così un faticoso processo per superare l’ultimo baluardo della logica manicomiale, l’OPG, che era sopravvissuto persino alla Riforma Basaglia. Un processo – sostenuto all’inizio persino da un Commissario governativo straordinario – che nonostante l’impegno di tanti operatori, esposti a delicati impegni professionali e a grandi fatiche – si è dimostrato subito denso di ostacoli e contraddizioni, e che ha visto una attuazione molto diversificata nel territorio nazionale: non a caso la cosiddetta lista di attesa per entrare in Rems si concentra in poche regioni. —> Un percorso reso ancor più difficile per la debolezza di cui soffrono molti servizi di salute mentale (e sociali) nel territorio e, diciamolo chiaramente, per un uso inappropriato della Rems da parte di alcuni magistrati (si veda il fenomeno abnorme delle misure provvisorie). Su queste difficoltà si era pronunciata la stessa Corte Costituzionale (sentenza 22/2022). —> Di fronte a questa situazione, invece di reclamare con la massima urgenza più risorse e sostegni ai servizi di salute mentale nel territorio, indispensabili anche per assicurare il diritto delle persone autori di reato alle cure in carcere e meglio, se possibile, fuori; invece di affrontare la questione della non imputabilità (vera radice del doppio binario che continua a destinare i folli rei al trattamento speciale tipico della logica manicomiale), arriva una sconcertante – preoccupante – proposta del Consiglio Superiore della Magistratura. —> Una proposta di delibera della Commissione mista (del 17.11.2024, costruita senza alcuna consultazione pluralista della società civile impegnata da anni in questo campo) approvata dal plenum CSM il 22 gennaio us prefigura come soluzione – al di là delle intenzioni e delle forme – il ritorno ai manicomi giudiziari: con il raddoppio dei posti in REMS (oltre 700 nuovi posti: al momento della chiusura gli ospiti OPG erano 906! e altro che Rems “extrema ratio”), la gestione affidata al Ministero della Giustizia, strutture territoriali e percorsi speciali (separati) per i pazienti folli autori di reato, creazione di tre superRems ad alta sicurezza (nord, centro, sud) per le persone pericolose (si badi bene: da contenere e custodire prima che da curare). —> Insomma un ritorno al passato. Un tragico passato che non vogliamo rivivere, contro il quale occorre reagire, per affermare quel sano responsabile equilibrio fra doveri e diritti voluto dalla la nostra Costituzione. —> Come deciso anche nella recente Conferenza nazionale autogestita per la Salute Mentale (6-7 dicembre 2024) sarà convocata a breve un’apposita assemblea per decidere le tutte le iniziative necessarie. Promuovono (aggiornate al 23-1-2025): Coordinamento nazionale per la Salute Mentale, Ass. Antigone, Ass. La Società della Ragione, Osservatorio stopopg, UNASAM, Ass. Franca e Franco Basaglia, ConF.Basaglia, Archivio Basaglia, Psichiatria Democratica, AUSER, SOS Sanità, Rete Salute Welfare Territorio, Fuoriluogo; Forum Droghe; CNCA; Club SPDC No Restraint; Ass. Gian Butturini;  180Amici L’Aquila; Ass. Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica ASARP; Ass. Forum Salute Mentale; Ass. Prima la Comunità RE; Ass. AMAndoli OdV Avigliana TO; Insieme per la Disabilità RC; COLMARE- Federazione Coordinamento Lazio Malattie Rare; AS.MA.RA. ass. Malattia Rara Sclerodermia e altre malattie rare Elisabetta Giuffré; Forum Salute Mentale Lecco; Ass. Afasp Campania; … Firma inviando l’adesione a info@conferenzasalutementale.it adesioni personali (in aggiornamento) Nerina Dirindin,  Franco Corleone,  Patrizio Gonnella, Gisella Trincas, Giovanna Del Giudice, Maria Grazia Giannichedda, Cristiano Zagatti, Stefano Cecconi, Antonello D’Elia, Daniele Pulino, Vito D’Anza, Francesco Maisto, Pietro Pellegrini, Giovanni Rossi, Giulia Melani, Maria Leonardo Fiorentini,  Francesco Schiaffo, Giuseppe Nese, Antonella Calcaterra, Michele Passione, Massimo Fada, Gian Marco Falgiani, Bruno Fantin, Alessandro Sirolli, Franco Prandi, Carmela Minutiello,  Lucia Papuzzi, Irene Ruiz, Rachele Bergantino, Immacolata Cassalia, Ezio Cristina, Alessandra Varini, Franca Sioli, Erica Paveggio, Giovanna Franca Di Stefano, Walter Greco, Carla Padovan, Valentina Ripa, Giovanni Castaldi, Maria Andreotti, Anna D’Ascenzio, Elisa Musto, Domenico Maddaloni, Domenico Fruncillo, Chiara Gagliardi, Martina Guariglia, Luana Calabrese, Gaetano Festa, Claudia Giraudo, Antonella De Luigi, Stefano Ricci, Anna Maria Da Sois, Silvio Gambino, Maria Teresa Menotto, Antonello Murgia, Giovanni Galluccio, Donatella Aralda, Corrado Lombardo, Alberto Ziparo, Giuseppe Salluce, Paolo Napoli, Marina Mancin, Mario Panebianco, Teresa Pensabene, Ornella Papitto, Vincenzo Cuoco, Francesca Cigali Fulgosi, Vitulia Ivone, Carlo Crosato, Elena Zidda, Domenico Tancredi, Rino Giuliani, Guido Pullia, Vilma Balboni, Lina Caraceni, … FONTE: https://www.conferenzasalutementale.it/2025/01/23/firma-lappello-tornano-gli-opg-per-i-folli-rei-ancora-manicomio-la-sconcertante-proposta-di-una-commissione-del-consiglio-superiore-della-magistratura-csm/ 

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  • 1 marzo 2025 Giornata della Cura delle persone e del pianeta in collaborazione con “Equal Care Day a breve le INFO per aderire e partecipare Sabato 1 marzo 2025 si svolgerà la IV Giornata nazionale della Cura delle Persone e del Pianeta. Un giorno dedicato alla riscoperta del valore alla cura di noi e degli altri, della città e del pianeta in cui viviamo. In un tempo in cui siamo costretti a soffrire le conseguenze di decenni di incuria “dobbiamo sviluppare una mentalità e una cultura del prendersi cura capace di sconfiggere l’indifferenza, lo scarto e la rivalità che purtroppo prevalgono” (Papa Francesco). La cura è un diritto umano, costituzionale e universale, che va rispettato, attuato, organizzato e finanziato. Pensiamo alla cura degli ammalati e della salute di tutte e di tutti. Pensiamo alla cura dei più piccoli e delle giovani generazioni. Pensiamo alla cura dei più fragili e vulnerabili, degli anziani e delle persone e famiglie in difficoltà economiche. Pensiamo alla cura delle donne vittime di tante violenze e discriminazioni. Pensiamo alla cura del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici. Pensiamo alla cura della nostra economia, delle nostre città e quartieri, dell’ambiente e dei beni comuni che non sono solo nostri. Pensiamo ai popoli in guerra, a Gaza, in Libano, in Ucraina e nel resto del mondo, ai migranti, alle persone perseguitate dalle guerre, dall’oppressione, dalla miseria e dalle catastrofi ambientali… Il 1 marzo, migliaia di studenti e insegnanti, di ogni parte d’Italia, usciranno dalle loro scuole per andare a conoscere e ringraziare le persone che si prendono cura di noi e degli altri nei loro luoghi di lavoro e volontariato: pronto soccorso, ospedali, case per anziani, centri specializzati di cura, mense, empori Caritas, centri di accoglienza dei migranti, centri antiviolenza e case delle donne ma anche sedi della rai, comuni, province, tribunali, librerie, … leggi tutto

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  • I Centri per le Famiglie, con le loro storie di evoluzione e trasformazione, rappresentano oggi molto più di spazi fisici: creano relazioni e attività per rispondere ai bisogni delle persone con un approccio integrato e partecipativo. Le esperienze di Settimo Torinese, descritte nei due articoli che seguono, raccontano come la costruzione di reti di collaborazione, la cura degli spazi e il protagonismo delle famiglie possano generare cambiamento e innovazione sociale. Da un lato, la visione di un welfare che include e ascolta, alimentata dal coinvolgimento delle famiglie e del Terzo Settore, ha trasformato i Centri in luoghi di accoglienza e progettazione condivisa. Dall’altro, emerge l’importanza della cura degli spazi, immaginati come laboratori di relazioni e simboli di appartenenza. La storia del centro per le famiglie “Facendo Famiglia” dimostra come questi spazi possano evolversi, adattarsi ai bisogni emergenti e moltiplicarsi, diventando diffusi e capillari sul territorio. Gli articoli e il filmato presentati di seguito (curati da Chiara Grazia Capussotti, Francesca Mondini e Michele Penna del Servizio Sociale Unione Net) ci accompagnano nell’esplorazione di queste esperienze di Centri per le Famiglie e mostrano come queste realtà stiano prendendo forma nei comuni di Settimo Torinese, San Benigno, Leinì e Volpiano, attraverso un processo continuo di innovazione e partecipazione. Il DM 77/2022, “Modello di assistenza territoriale nella rete sanitaria”, rappresenta una tappa fondamentale per ripensare l’organizzazione dei servizi territoriali, con un focus sul collegamento tra ambiti sanitari e sociali. Questo disegno normativo consente di promuovere una maggior connessione dei servizi sanitari al territorio, in modo che siano più vicini alle persone e ai loro bisogni. In questo contesto, le Case della Comunità possono essere pensate come luoghi fisici dove si concentrano i servizi sanitari, sociali ed educativi in una prospettiva di rete. Ma questo modo di vedere solleva una domanda ulteriore: una Casa della Comunità deve necessariamente essere un unico spazio che accoglie tutti i servizi, oppure può essere interpretata come la connessione tra luoghi diversi, diffusi sul territorio, accomunati da un obiettivo condiviso e un’azione coordinata? I Centri per le Famiglie sembrano indicare come non sia la dislocazione spaziale in sé a fare la differenza, ma piuttosto la capacità di mettere al centro le persone, i loro bisogni e le loro risorse. È questa capacità che trasforma ogni luogo in una vera Casa della Comunità. L’importanza non è solo avere un “dove”, ma un “come” che ispiri fiducia, accoglienza e partecipazione. A cura di Silvia Pilutti, Prospettive Ricerca socio-economica s.a.s. – silvia.pilutti@prospettivericerca.it Approfondimenti I CENTRI PER LE FAMIGLIE: cosa sono, come e perché nascono Centro Famiglia “Facendo famiglia” PRESENTAZIONE informazioni Centro per le famiglie “Facendo Famiglia” (video) fonte: https://www.disuguaglianzedisalute.it/centri-per-le-famiglie-connettere-persone-luoghi-e-risorse-per-un-welfare-diffuso/

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  • —> L’Appello che ha convocato la Conferenza 2024 e le organizzazioni promotrici —> La Dichiarazione conclusiva della Conferenza 2024 Gli interventi Sessione plenaria 6 dicembre mattino > Apertura Cristiano Zagatti e Giovanna Del Giudice – video > Intervento di Flavio Lotti (presidente Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace) – video > Video messaggio di Devora Késtel (direttrice Dip. Salute Mentale Organizzazione Mondiale della Sanità OMS) > Saluto di Tania Scacchetti (Segretaria generale SPI CGIL) > Relazione introduttiva “Prendersi cura dei Diritti Umani e delle Persone con sofferenza mentale. Il tempo è ora” di Gisella Trincas (p. il Coordinamento Nazionale Salute Mentale) – testo > Saluto di Marianna Ferruzzi (CISL nazionale) – video > Saluto di Mirella Novelli (UIL nazionale) – testo > Messaggio di don Luigi Ciotti – testo > Il video della Tavola rotonda “Quale salute mentale oggi in Italia. La parola ai protagonisti” coordinata da Massimo Cirri con Elio Pitzalis, utente, Alessandro Saullo, operatore, Milva Cappellini, familiare, Peppe Pagano, cooperatore sociale     > 1^ parte video      > 2^ parte video > Intervento conclusivo della mattina di Maria Grazia Giannichedda (Coordinamento Nazionale Salute Mentale) – video (a breve il testo) Sessioni tematiche: 6 dicembre pomeriggio e 7 dicembre mattina (Rapporteur) SESSIONE 1 Misure e strumenti (inter)nazionali per la tutela della salute mentale – (Come) I livelli essenziali concernenti i diritti civili e sociali devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Relazione di Fabrizio Starace – testo Report di Antonello D’Elia – testo – video SESSIONE 2 I servizi e il lavoro per la salute mentale – La psichiatria non basta, i servizi socio sanitari forti e buone pratiche di inclusione. Relazione di Vito D’Anza Report di Andrea Morniroli – testo – video SESSIONE 3 Libertà e diritti: contro le pratiche delle istituzioni totali – Istituzionalizzare, legare, obbligare, punire. Relazione di Giovanna Del Giudice – testo Report di Giovanni Rossi – testo – video SESSIONE 4 Oltre il dramma Carcere. La legge 81: una riforma da completare – Psichiatria e Giustizia una relazione pericolosa. Una tragica nostalgia di manicomio. Relazione di Pietro Pellegrini – testo Report di Daniele Pulino – testo – video SESSIONE 5 Ascolta i miei silenzi – La sofferenza mentale di minori, adolescenti e giovani adulti, tra risposte deboli e rischi di medicalizzazione. Relazioni di Cesare Moreno   –    Teresa Centro (abstract) testo   –   Antonella Anichini – diapo Report di Leopoldo Grosso – testo – video sessione plenaria 7 dicembre 2024 > Apertura Stefano Cecconi e Maria Antonella Barbagallo – video > Saluto di Maurizio Landini (segretario generale CGIL) – video > Interventi dei Rapporteur vedi sopra le Sessioni > Video intervento di Rosy Bindi > Dibattito – video interventi di: > Carla Ferrari Aggradi, > Tonino D’Angelo, > Daniela Campagnolo, > Luigi Benevelli, > Renzo De Stefani, > Peppe Dell’Acqua, > Gianfranco Rizzetto, > Marta   , > Rocchina Stoppelli, > Eros Cosato, > Diana Gallo > Conclusioni di Nerina Dirindin (Coordinamento Nazionale Salute Mentale) – video     Altri contributi scritti pervenuti (al 13.1.2025) Video intervento sessione 1 Antonio Mazzeo (Presidente del Consiglio Regionale Toscana) in preparazione Intervento Sessione 4 Massimo Fada Intervento Sessione 4  Cristina Pireddu – testo Intervento Sessione 4 Franco Maisto Intervento Sessione 5 Andrea Parabiaghi “Adolescenza e salute mentale: il ruolo degli stili di vita nelle azioni di prevenzione” – testo Intervento Sessione 5 – Scritto e letto da Enrico Ferraro. Le autrici e gli autori sono del Liceo Dante Alighieri, Liceo Scientifico Talete, Liceo classico Tacito, Istituto Superiore De Sanctis, di Roma – testo La prevenzione dell’uso di sostanze tra gli adolescenti e i giovani adulti. di Leopoldo Grosso La salute e il benessere degli adolescenti: i dati della sorveglianza nazionale HBSC 2022. di Paola Nardone ISS La salute dei diciassettenni (slides). di Paola Nardone ISS Progetto Andrea Soldi. di Associazione Nessuno APS, CASO srl, Rete Civica per il Benessere Contributo per la Conferenza nazionale Salute Mentale 2024. di Tonino D’Angelo Contributo CISL Medici La retta assassina di Antonello Lanteri Sessione 4 su Legge 81 FIR+Urasam Appello salute mentale. di Associazioni della regione Piemonte Dopo la II Conferenza nazionale autogestita per la Salute Mentale: una proposta di ricerca e di lavoro (DSM e Università). di Luigi Benevelli DSM e Università: un commento allo scritto di Luigi Benevelli. di Pietro Pellegrini fonte: https://www.conferenzasalutementale.it/2025/01/17/conferenza-nazionale-autogestita-salute-mentale-2024-materiali-utili-relazioni-scritte-contributi-video/

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  • Dal primo gennaio 2025 è partita la sperimentazione della Prestazione Universale che, nelle intenzioni del governo Meloni, dovrebbe sostituire e integrare l’Indennità di accompagnamento. Di fatto, già in questa fase, la sperimentazione mostra tutti i suoi limiti. Si tratta, infatti, di una misura che è destinata a una piccolissima parte della popolazione non autosufficiente ed è scarsamente finanziata poiché non prevede lo stanziamento di nuove risorse. I pensionati della Cgil lo avevano già denunciato in occasione dell’annuncio della sperimentazione. A una settimana dall’avvio, siamo tornati a chiedere al governo di evitare che l’introduzione di questa misura sia inutile se non dannosa. Purtroppo l’incontro tra la viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci – che si è tenuto il 7 gennaio e ha coinvolto SPI CGIL, FNP CISL, UILP UIL – si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto. Qui ricordiamo alcune delle critiche e proposte presentate al Ministero: § Lo scarso finanziamento della Prestazione Universale, pari a 250 milioni l’anno nel 2025 e nel 2026, è sottratto a fondi già esistenti per politiche sociali e non autosufficienza. § È anche a causa dell’assenza di risorse che i requisiti di accesso alla Prestazione Universale – fissati dal D.Lgs 29/2024 (art. 35) – sono stati scelti in modo da ridurre la platea dei destinatari a poche migliaia di persone: non autosufficienti ultra80enni, con ISEE socio sanitario inferiore ai 6mila euro, titolari di indennità di accompagnamento e con un livello gravissimo di bisogno assistenziale. § I livelli di bisogno assistenziale sono stati, a loro volta, definiti con un apposito decreto approvato nel mese di dicembre (DM LPS 200 del 19.12.2024), stabilendo punteggi che rispondono a criteri fortemente selettivi e non sempre condivisibili. Ad esempio, a parità di condizioni (persona ultra80enne con disabilità gravissima, identico ISEE sociosanitario, titolare di indennità di accompagnamento) si assegna un punteggio sfavorevole a chi è assistito da un familiare o già riceve cure sociosanitarie domiciliari o semiresidenziali, pure se queste sono dovute a una gravissima disabilità. § Nella Prestazione Universale la quota denominata “Assegno di Cura” si aggiunge all’Indennità di accompagnamento ma anziché integrare le eventuali prestazioni regionali/locali destinate alle persone non autosufficienti con gravissima disabilità le sostituisce. Per accedere alla P.U., infatti, occorre rinunciare preventivamente alle prestazioni regionali/locali. Tra l’altro l’interpretazione di quali siano le prestazioni in questione non è semplice, considerando le forti differenze territoriali (si pensi al diverso utilizzo da regione a regione delle quote del Fondo non autosufficienza destinato a persone con gravissima disabilità). Anche alla luce di queste considerazioni e del fatto che l’Esecutivo non si è mai confrontato finora con le organizzazioni sindacali e con le associazioni sull’attuazione della Riforma sulla non autosufficienza (legge 33/2023), insistiamo nel chiedere al governo l’apertura di un tavolo permanente di confronto, in particolare sia sull’attuazione della Riforma che sui suoi numerosi provvedimenti attuativi. Materiali per approfondire – Decreto del Ministro LPS n. 200 del 19.12.2024 (Adozione degli Indicatori dello stato di bisogno assistenziale gravissimo) – Messaggio INPS n. 4490 del 30.12.2024 (Decreto legislativo 15 marzo 2024, n. 29, recante “Disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attuazione della delega di cui agli articoli 3, 4 e 5 della legge 23 marzo 2023, n. 33”. Prestazione Universale). – Appello “Non Autosufficienza: salvare la riforma” CGIL, SPI CGIL e INCA (il Patronato della CGIL) hanno prodotto dei materiali informativi su due sperimentazioni previste dalla Riforma della Disabilità (Legge 227/2021 e successivo decreto attuativo D.Lgs 62/2024) e dalla Riforma Anziani-Non Autosufficienza (Legge 33/2023 e successivo decreto attuativo D.Lgs 29/2024). I materiali INFO: —> Depliant INFO riforma Disabilità e Non Autosufficienza —> Le Diapo SPI CGIL su Riforme Disabilità e Non Autosufficienza (interattive: clicca sui bottoni) —> Depliant INFO Riforma Non Autosufficienza sperimentazione (in tutta Italia) “Prestazione Universale” —>  Il video sulle sperimentazioni (in nove province) Riforma Disabilità e Riforma Non Autosufficienza

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  • Alle associazioni che hanno aderito all’appello “Non possiamo restare in silenzio. La società civile per la sanità pubblica” Gentilissimi, vogliamo innanzi tutto porgervi i migliori auguri per il 2025, un anno difficile, in cui ci sarà bisogno di un grande impegno da parte di tutti noi. Come ricorderete l’appello – cui avete aderito – prende le mosse dalla legge di bilancio (che riteniamo non affronti i problemi del settore) e dalla volontà di essere a fianco dei professionisti impegnati in iniziative di mobilitazione e difesa della sanità pubblica. L’appello è stato oggetto di ampia e convinta adesione da parte di molte associazioni – che ringraziamo – associazioni non solo di livello nazionale (rappresentative di realtà molto vaste e diversificate)  ma anche di organizzazioni di minori dimensioni (ugualmente rilevanti) a testimonianza della diffusa attenzione della società civile alla difesa della sanità pubblica. Alleghiamo l’appello con l’elenco delle associazioni firmatarie, aggiornato ad oggi (la raccolta è ovviamente ancora aperta). Inviamo questo messaggio anche a chi ha sottoscritto l’appello a titolo personale e a chi ha sottoscritto solo il percorso recentemente delineato.  Abbiamo quindi deciso di dare seguito all’appello con un primo incontro online il 16 dicembre scorso, in occasione del quale molti partecipanti hanno espresso il desiderio di un confronto in presenza, per favorire la reciproca conoscenza, condividere prime riflessioni sui temi principali e  delineare lo sviluppo di iniziative di prospettiva. Per rispondere a tale richiesta, che condividiamo pienamente, stiamo quindi organizzando un incontro per il sabato 22 febbraio, a Firenze, dalle 10.30 alle 14.30 a breve info logistiche Dopo il seminario di approfondimento, farà seguito la parte organizzativa (indicativamente dalle 14.30 alle 16.30). Sarà comunque possibile collegarsi via web. Vi faremo avere ulteriori indicazioni appena possibile; intanto vi preghiamo di bloccare la data.  Sarà gradito un cenno di riscontro, soprattutto in caso di partecipazione in presenza. In occasione dell’incontro … potremo affrontare i principali argomenti emersi nell’assemblea del 16 dicembre, in particolare quelli connessi alla legge di bilancio appena approvata, oltre che avviare un confronto su ulteriori temi proposti dalle organizzazioni aderenti all’appello. Vi ringraziamo per l’attenzione e la condivisione. Cordiali saluti Nerina Dirindin, Vasco Errani, Chiara Giorgi, Franco Riboldi, Maria Grazia Celani, Marco Geddes, Giuseppe Traversa Appello: Non possiamo restare in silenzio. La Società civile per la sanità pubblica

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  • PNRR Missione Salute, al 4° trimestre 2024 raggiunta l’unica scadenza europea sulle centrali operative territoriali, ma senza infermieri rischiano di diventare scatole vuote. Incognita Regioni: dati pubblici sull’attivazione delle COT ancora non disponibili «Al 31 dicembre 2024 l’unica scadenza europea della Missione Salute del PNRR che condiziona il pagamento delle rate, ovvero la realizzazione di almeno 480 Centrali Operative Territoriali, è stata rispettata». L’Osservatorio GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale prosegue la sua attività di monitoraggio indipendente, analizzando sia i risultati raggiunti che le criticità relative all’avanzamento delle riforme. L’obiettivo è fornire ai cittadini un quadro chiaro e oggettivo, al riparo da strumentalizzazioni politiche. STATO DI AVANZAMENTO AL 31 DICEMBRE 2024. Secondo i dati pubblicati sul portale del Ministero della Salute che monitora lo stato di attuazione della Missione Salute del PNRR: Milestone e target europei: è stata raggiunta la scadenza relativa all’entrata in funzione di almeno 480 Centrali Operative Territoriali (COT), strutture essenziali per il coordinamento della presa in carico dei pazienti e l’integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria. Le risorse assegnate a questo target ammontano a € 280 milioni. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha confermato alla Camera che la rendicontazione di questo obiettivo è stata inviata alla Commissione Europea, avviando così la procedura per il versamento della settima rata da € 18,3 miliardi. Tuttavia, è importante ricordare che, a seguito della rimodulazione del PNRR, il target minimo di COT è stato ridotto da almeno 600 ad almeno 480 e la scadenza è stata posticipata dal 30 giugno al 31 dicembre 2024. Milestone e target nazionali: «Anche se non condizionano l’erogazione dei fondi del PNRR – spiega Cartabellotta – questi step intermedi richiedono un attento monitoraggio perché potrebbero compromettere le correlate scadenze europee». Sono stati raggiunti tutti i target previsti per il periodo 2021-2024. In dettaglio, nell’ultimo trimestre sono stati raggiunti i seguenti risultati: Pubblicazione di una procedura per l’assegnazione di voucher per progetti PoC (Proof of Concept) e ricerca su tumori e malattie rare. L’obiettivo programmato per fine dicembre era già stato centrato a giugno. Interoperabilità del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE): realizzate le necessarie componenti architetturali. La scadenza di questo target, era stata prorogata dal 30 giugno al 31 dicembre 2024. Completamento degli interventi per interconnessione aziendale: traguardo centrato con 6 mesi di ritardo rispetto alla scadenza originale del 30 giugno 2024. Formazione sulle infezioni ospedaliere: la procedura di registrazione è stata raggiunta con un ritardo di oltre 3 mesi rispetto alla scadenza originale del 30 settembre 2024. FOCUS SULLE CENTRALI OPERATIVE TERRITORIALI. Nell’ambito della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR, le COT sono state progettate come hub organizzativi per migliorare il coordinamento tra ospedali, medici di famiglia, assistenza domiciliare e servizi sociali. Pensate per garantire una presa in carico continua e personalizzata dei pazienti, rappresentano un elemento chiave per affrontare le sfide legate all’invecchiamento della popolazione e alla crescente prevalenza delle malattie croniche. «In occasione del raggiungimento del target EU sulle COT – spiega Nino Cartabellotta Presidente della Fondazione Gimbe – è opportuno fare il punto sullo status complessivo di attuazione di queste strutture che, insieme a Case di Comunità, Ospedali di Comunità, telemedicina e al potenziamento dell’assistenza domiciliare, configurano quella rivoluzione organizzativa dell’assistenza territoriale prevista dal DM 77 e finanziata dal PNRR». Relativamente allo stato di completamento delle COT è opportuno distinguere quelle “dichiarate attive” dalle Regioni e quelle “pienamente funzionanti”, ovvero quelle per le quali è stata elaborata la necessaria relazione da parte di un ingegnere indipendente e una dichiarazione firmata dal Direttore Generale dell’Azienda sanitaria che attesti l’entrata in funzione dell’opera e dei servizi correlati. Rimodulazione target COT. Secondo la programmazione iniziale del PNRR, era previsto un rapporto di una COT ogni 100.000 abitanti, per un totale di almeno 600 strutture distribuite proporzionalmente tra le Regioni. Tuttavia, per l’aumento di costi di energetici e materie prime, la rimodulazione del PNRR approvata il 24 novembre 2023 dalla Commissione Europea, le ha ridotte del 20%, portando il target ad almeno 480 COT.  Tale rimodulazione, tuttavia, non modifica il numero originario di COT da attivare, ma riduce prudenzialmente il target EU per garantire l’erogazione delle risorse previste dal PNRR: di conseguenza, le ulteriori 120 COT dovranno essere realizzate con altri fondi non ancora ben definiti e senza vincoli legati alle scadenze del PNRR, ovvero senza tempistiche definite.  «In tal senso – commenta il Presidente – fino a quando non saranno pienamente funzionanti tutte le 611 COT previste originariamente, si registrerà un aumento del carico di lavoro per quelle attive, che si troveranno a gestire un bacino di utenza più ampio, rischiando di compromettere la qualità dei servizi». Attivazione e funzionamento delle COT. «Sebbene sia stato raggiunto – evidenzia Cartabellotta – il target europeo di almeno 480 COT pienamente funzionanti, necessario per richiedere il versamento della settima rata, ad oggi non è disponibile pubblicamente la relativa distribuzione regionale delle COT pienamente funzionanti al 31 dicembre 2024, indispensabile per monitorare l’equità territoriale». Secondo l’ultimo dato reso pubblico dall’Agenas il 18 settembre 2024, al 30 giugno risultavano pienamente funzionanti 362 COT, pari al 59% del totale previsto prima della rimodulazione, ovvero 611 COT. «Infine – continua il Presidente – in un momento storico caratterizzato grave carenza di infermieri dal SSN, l’effettiva operatività delle COT rischia di essere compromessa, rendendole di fatto delle scatole vuote». In particolare, secondo le stime dell’Agenas per il funzionamento delle COT servirebbero da 2.400 a 3.600 unità di infermieri di famiglia e di comunità (IFoC), ovvero un coordinatore infermieristico, oltre a 3-5 IFoC per ciascuna COT, personale per il quale sono già stati stanziati € 480 milioni dal DL 34/2020.  Un fabbisogno che stride con sia con la carenza di personale infermieristico (nel 2022 6,5 per 1.000 abitanti, rispetto alla media OCSE di 9,8), sia con il basso numero di laureati (nel 2022 16,4 per 1.000 abitanti, rispetto alla media OCSE di 44,9), sia con la scarsa attrattività della professione visto per l’Anno Accademico 2023-2024 sono pervenute 23.627 domande per 20.058 posti disponibili e per il 2024-2025 21.250 domande per 20.435 posti. «Inevitabilmente – conclude Cartabellotta – la crisi del […]

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  • Nell’assemblea di sabato scorso rinnovati gli organi dell’associazione. Ieri l’ok al Referendum sulla Cittadinanza. Dopo 6 anni di grande lavoro e di risultati importanti ottenuti Grazia Zuffa lascia la presidenza de la Società della Ragione. L’assemblea dell’associazione, tenutasi lo scorso sabato a Firenze, ha ringraziato Zuffa per il suo enorme lavoro di questi anni, che ha portato la Società della Ragione a continuare ad impegnarsi sui classici fronti della giustizia, del carcere, della salute mentale e delle politiche sulle droghe e sempre con un innovativo approccio di genere. Ultime fra queste battaglie la vittoria sull’affettività in carcere con la decisione della Corte costituzionale dello scorso anno, ancora tutta da attuare, e quella per l’uscita dal carcere delle detenute madri con i loro figli e contro il Disegno di legge Sicurezza che vorrebbe portare in carcere le donne incinte. Proprio su questo, giovedì si terrà un’importante conferenza stampa in Senato, mentre giusto ieri è arrivata la notizia positiva del giudizio di ammissibilità sul quesito referendario sulla cittadinanza, che vede l’associazione fra i promotori e che sarà la prima sfida per il nuovo gruppo dirigente. A succedere a Zuffa è Giulia Melani, sociologa del diritto con un Dottorato in scienze del linguaggio, della società, della politica e dell’educazione, che in questi anni ha seguito la parte scientifica dell’associazione, in particolare i progetti di ricerca legati alle Case Lavoro e alle misure di sicurezza e alla Messa alla Prova. Si tratta di una scelta in continuità politica e scientifica, ma al contempo di necessario e voluto rinnovamento generazionale. La presidenza dell’Associazione è completata dall’elezione di Ilaria Baraldi, già consigliera comunale a Ferrara, a Segretaria e di Serena Franchi a Tesoriera. L’assemblea ha inoltre eletto Franco Corleone Presidente onorario, riconoscendo il costante e fondamentale apporto del fondatore alle attività sociali e alle campagne politiche dell’associazione. Il nuovo Comitato direttivo è composto da Stefano Anastasia, Denise Amerini, Massimo Brianese, Leonardo Fiorentini (responsabile comunicazione), Letizia Lo Giudice, Patrizia Meringolo, Ivan Novelli, Mimmo Passione, Vincenzo Scalia. Il collegio dei Probiviri invece vede come membri Maurizio Baruffi, Andrea Bianchi, Irene Bregola (supplenti Gianluca Borghi, Francesco Ferrari). Agli organi di indirizzo si affianca anche un rinnovato Comitato Scientifico, composto da Stefania Amato, Denise Amerini, Annalisa Bani, Hassan Bassi, Maria Luisa Boccia, Antonella Calcaterra, Stefano Cecconi, Sofia Ciuffoletti, Riccardo De Vito, Giusi Furnari, Maria Grazia Giannichedda, Sarah Grieco, Piero Ignazi, Mauro Palma, Pietro Pellegrini, Tamar Pitch, Katia Poneti, Andrea Pugiotto, Gianfranco Rivellini, Monica Toraldo di Francia e Grazia Zuffa che ne prenderà le redini per continuare a garantire il sostegno scientifico all’attività politica dell’associazione. FONTE: https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/giulia-melani-e-la-nuova-presidente-de-la-societa-della-ragione/

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  • Sono disponibili sul sito dell’Osservatorio nazionale screening (ONS) i dati relativi all’attività svolta dai programmi di screening oncologici italiani durante il 2023, che mostrano i progressivi miglioramenti di quelli attualmente attivi (colorettale, mammografico, cervicale) sia in termini di estensione che di adesione e quindi di copertura da esami (indicatore Nuovo Sistema di Garanzia-NSG p15C) nella popolazione target (donne residenti di età compresa tra i 50 ed i 69 anni nello screening mammografico, donne residenti di età compresa tra i 25 ed i 64 anni per il tumore del collo dell’utero e donne e uomini residenti di età compresa tra i 50 ed i 69 anni per lo screening del colon retto). Considerando tutti i programmi di screening e tutte le fasce d’età, sono state invitate 15.946.091 milioni di persone e 6.915.968 milioni hanno eseguito un test. L’indicatore NSG p15C, relativo alla copertura da esami (numero di persone che hanno effettuato il test di screening sul totale delle persone eleggibili al netto delle esclusioni prima dell’invito) nel 2023, complessivo e per macroarea geografica, può essere interpretato come la sintesi tra la capacità di offerta del servizio sanitario da un lato e la propensione alla partecipazione da parte dei cittadini dall’altro. Il programma che complessivamente ottiene migliori risultati è il mammografico che si attesta al 49% seguito dallo screening cervicale pari al 47% e quindi da quello per il tumore del colon retto che registra il valore più critico pari al 33%. Per approfondire visita il sito dell’ONS  la pagina dedicata ONS fonte: https://www.epicentro.iss.it/screening/aggiornamenti

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  • © UNRWA Basta con morte e distruzione: a Gaza sperano in un cessate il fuoco e in un futuro migliore 17 Gennaio 2025 All’indomani dell’annuncio di mercoledì di un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, che entrerà in vigore domenica, gli sfollati di Gaza – esausti dopo 15 mesi di conflitto devastante –  sperano che la fine delle loro sofferenze sia in vista Circa il 90% della popolazione della Striscia di Gaza è stata sfollata dalle proprie case, costretta a spostarsi per evitare le operazioni militari israeliane. Molti sono stati sfollati ripetutamente, alcuni 10 volte o più. Gran parte di Gaza è in macerie, mentre gli attacchi aerei e le operazioni militari israeliane hanno danneggiato o distrutto circa il 60% degli edifici, tra cui case, scuole e ospedali. L’incessante campagna di bombardamenti ha portato l’assistenza sanitaria al limite, il sistema dei rifiuti solidi è collassato, causando gravi rischi ambientali e sanitari, e il sistema idrico è stato drasticamente ridotto. UN News ha parlato con i civili sfollati che si rifugiano a Nuseirat, nel centro di Gaza, e che sperano di tornare a ciò che resta delle loro case e di ricostruire le loro vite. Nonostante le condizioni umanitarie critiche, um Mohammed Hanoun è determinato a tornare con la sua famiglia nel quartiere di Al-Karama, nel nord di Gaza, anche se ha ricevuto la notizia che la sua casa è stata distrutta da un attacco di droni. “Il mio piano è di rimuovere le macerie, montare una tenda sul mio terreno e vivere lì”, ha detto. “Mi interessa solo rivedere la mia casa. Spero che Gaza venga ricostruita come era prima e che le nostre vite tornino ad essere quelle che erano”. Meritiamo una vita migliore di questa “Voglio tornare a Gaza City per un solo motivo: vedere mio padre”, dice Sami Abu Tahoun, un bambino sfollato da Gaza City, dopo aver ricevuto la notizia dell’accordo per il cessate il fuoco, che giovedì era ancora in dubbio perché il gabinetto di guerra israeliano non ha votato l’accordo. Il giovane racconta di non aver visto suo padre da quando il conflitto li ha costretti a lasciare Gaza City, nella parte settentrionale della Striscia.“Quando abbiamo lasciato la nostra casa, ho perso qualcosa di essenziale nella vita, mio padre. Quando mia madre mi ha chiesto di pregare, ho rifiutato. Volevo aspettare di poter pregare con mio padre”. Basta con morte e distruzione “Vogliamo pensare ora al nostro futuro. Basta con la morte e la distruzione”, dice Ayman Abu Radwan, un uomo palestinese che, come Sami, ha dovuto lasciare la sua casa a Gaza City per il centro di Gaza per una tenda a brandelli. “Siamo stanchi. Abbiamo sopportato il caldo dell’estate, il gelo e il freddo dell’inverno. I bambini stanno morendo. Ogni notte vengo svegliato dalle grida di un bambino di due settimane che trema per il freddo. Spero che le nostre condizioni migliorino. Meritiamo una vita migliore di questa”. Anche se una sospensione delle ostilità consentirà agli abitanti di Gaza di tornare a casa e alla Striscia di essere ricostruita, la sofferenza mentale continuerà, secondo Mohammed al-Quqa, sfollato dal campo profughi di al-Shati, a ovest di Gaza City. “La sofferenza più grande sarà la situazione psicologica. La guerra è stata lunga e le nostre famiglie, i nostri figli, hanno assistito a cose che non avrebbero mai dovuto vedere”. Se l’accordo di cessate il fuoco entrerà in vigore domenica, si prevede un aumento significativo degli aiuti nella Striscia, in linea con i termini dell’accordo. Nel corso del conflitto, i convogli umanitari contenenti rifornimenti disperatamente necessari sono stati ripetutamente ritardati o negati all’ingresso dai posti di blocco militari israeliani (a dicembre, il 70% delle missioni di aiuto coordinate è stato negato). Giovedì, il Programma alimentare mondiale (PAM) ha annunciato di avere 80.000 tonnellate di cibo in attesa fuori Gaza o in arrivo, sufficienti a sfamare più di un milione di persone. Tuttavia, l’agenzia delle Nazioni Unite ha anche sottolineato l’importanza che le squadre umanitarie e le forniture godano di libertà di movimento per raggiungere i bisognosi. L’UNRWA si concentra sull’assistenza sanitaria essenziale Il sistema sanitario di Gaza è stato distrutto dai continui bombardamenti israeliani e più di 12.000 persone sono in attesa di evacuazione medica. Mercoledì l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e i suoi partner sono riusciti ad evacuare 12 pazienti verso ospedali in Europa, ma l’agenzia chiede che molti altri Paesi ricevano cure specializzate, se e quando il cessate il fuoco prenderà piede. Gli operatori umanitari hanno operato in condizioni pericolose: quasi 900 sarebbero stati uccisi dall’ottobre 2023, tra cui 265 membri del personale dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Nonostante i rischi, più di 1.000 operatori dell’UNRWA – per la maggior parte personale locale – continuano a gestire centri sanitari, cliniche temporanee e punti medici in tutta Gaza, fornendo più di 16.000 consultazioni sanitarie al giorno. Per saperne di più, clicca qui. fonte: https://unric.org/it/gaza-basta-con-morte-e-distruzione/ IMMAGINE IN COPERTINA Children stand in front of a house demolished by a bombardment in the city of Rafah, south of the Gaza Strip. Photo: UNICEF/Eyad El Baba

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